Val Pennavaire
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Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2023, 17:18
Le Origini
Dalle testimonianze preistoriche, scoperte di recente nelle grotte della valle, risulta come il comprensorio sia stato terreno di caccia da almeno 9000 anni e sia abitato da più di 5000 anni.
Testimonianza dei millenni passati sono alcune caverne o “arme”, come sono chiamate in questi luoghi, preziosi contenitori di tracce di antichissima vita umana.
I ritrovamenti archeologici fatti in questi siti documentano dunque una successione di periodi storici che dal tardo paleolitico arrivano fino all’epoca romana.
Le ricerche sono state effettuate a partire dal 1952 dalla signora Milli Leali Anfossi e il materiale raccolto, oggi conservato nel Museo di Albenga, è di eccezionale interesse per i confronti con i ritrovamenti preistorici delle Arene Candide, dei Balzi Rossi nel Ponente ligure e della famosa grotta Romanelli nelle Puglie.
Territorio
Dal punto di vista amministrativo la valle è particolare in quanto è composta da quattro comuni: due – (Castelbianco e Nasino) in Provincia di Savona e quindi Liguria e due ( Alto e Caprauna ) in Provincia di Cuneo e quindi piemontesi.
Nella sua conformazione orografica si presenta lunga e stretta, caratterizzata dal fluire delle acque del Torrente Pennnavaire, da cui prende il nome, il quale scorre dalla sorgente, in Comune di Caprauna, sino nel Comune di Cisano dove confluisce nel fiume Neva.
La Valle è percorsa dalla strada Provinciale nr 14 che superando il Passo Prale (mt 1.260) mette in comunicazione il versante ligure con il basso Piemonte (Ormea) .
Morfologia
La valle fa parte del Sistema Ambientale “Terre Alte” caratterizzato da una struttura paesaggistica piuttosto composita, riconoscendosi nel suo contesto diverse unità di paesaggio:
Bassa Valle Arroscia: comprende la vallata del torrente Arroscia caratterizzata da un versante sinistro molto esteso e di media acclività, con una predominanza del paesaggio agrario dell’oliveto in forme terrazzate, ed alle quote maggiori di formazioni di prati ed arbusti.
Valle Neva: comprendente il sistema vallivo che, delimitato a nord-ovest dal massiccio del Monte Galero, si estende fino alla confluenza del torrente con il Pennavaire. Il paesaggio è caratterizzato da un’alta percentuale di zone boschive ed attorno agli insediamenti aggregati alla polarità di Erli prevale il paesaggio agrario degli oliveti terrazzati.
Valle Pennavaire: comprende le aree del sistema vallivo che dal colle di Caprauna arriva sino alla confluenza con il torrente Neva. L’elemento più evidente del paesaggio è costituito dalle polarità ambientali del Monte Galero (con la dorsale M. Dubasso – M. Alpe) e del Castellermo, dalle caratteristiche quasi dolomitiche. Il comprensorio è caratterizzato da una particolare estensione delle zone boschive, interrotte attorno ai piccoli nuclei insediati (disposti quasi esclusivamente sul versante sinistro della valle) da oliveti, vigneti e colture agricole terrazzate. In quota i boschi si alternano ad estese praterie montane e a formazioni rupestri.
Geologia
L’area è parte integrante della catena delle Alpi Liguri e ne costituisce uno degli elementi dominanti della loro storia geologica. L’attuale conformazione del territorio è il risultato della dislocazione, durante l’orogenesi alpina, di diverse Unità tettoniche variamente traslate e più o meno appilate:
Unità di Caprauna (Zona Brianzonese) – litotipi: calcari arenacei scistosi, con banchi di quarziti.
Unità di Castelvecchio-Cerisola (Zona Brianzonese) – litotipi: conglomerati poligenici.
Unità di Arnasco-Castelbianco (Unità “prepiemontese”), con presenza di diversi litotipi:
- Brecce di Monte Galero (monogeniche e poligeniche);
- Serie carbonatica: calcari di Rocca Liverna, Calcari di Veravo, Dolomie di Monte Arena;
- Formazione di Albenga: calcari, areniti, siltiti;
I litotipi presenti e variamente distribuiti, a seconda delle unità tettoniche, sono di origine marina. Poco estesi sono i terreni recenti e tutti derivanti da accumuli di pendio o alluvioni e alterazione di rocce in loco.
La situazione geologica del comprensorio è connotata da complessi rapporti stratigrafici e tettonici, come il caso che si riscontra nella bassa valle Pennavaire, ove i terreni più antichi si trovano a ricoprire i terreni più recenti.
Carsismo e Grotte
Nel sistema sono individuate le Aree Carsiche “Montenero” e “Ravinazzo” ai sensi della L.R. n. 14/90.
Nel territorio si rileva frequentemente la tipica morfologia carsica, favorita dalla notevole diffusione di rocce carbonatiche; tale morfologia si manifesta in forme assai sviluppate sia superficiali (karren) sia sotterranee (grotte), vaste zone di assorbimento e numerose risorgenze carsiche. Tali fenomeni sono particolarmente localizzati ai piedi delle falesie (con vasti antri detti “Arme”), con l’importante eccezione dell’Abisso di M. Nero, presso Vendone, che raggiunge i 100 m di profondità. Nell’area carsica di Monte Nero sono particolarmente sviluppati gli aspetti del carsismo superficiale, con vaste zone di erosione e balze a strapiombo. I litotipi presenti in zona permettono peraltro solo in limitati casi un notevole sviluppo ipogeo (grotta Taramburla), mentre la notevole estensione delle formazioni permeabili consente numerose manifestazioni sorgentizie a giorno o sotterranee, in gran parte captate (grotta Taramburla).
Esistono numerose altre grotte riferite al Comune di Castelbianco (GROTTA DEL DELITTO, GRUVIERONE SOTTO L’ARMA, POZZO SOTTO L’ARMA, L’ARMA, FRATTURAZZO, TANUN PERTUSA’, DIACLASINO SOTTO IL PIZZO DI CARLO, ANTRO SOTTO IL PIZZO DI CARLO), non inserite nel catasto a suo tempo fornito dalla Regione Liguria.
Elementi di Interesse
In ottemperanza alla direttive comunitarie in materia di tutela della biodiversità, la Regione Liguria ha individuato con il progetto BioItaly, i siti di particolare pregio naturalistico. Sono stati così istituiti i seguenti pSIC (proposti Siti di Importanza Comunitaria), ai sensi della direttiva “Habitat” 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali, seminaturali e della flora e fauna selvatiche.
Il territorio del Comune di Castelbianco comprende i seguenti Siti di Importanza Comunitaria:
- IT 1323920 M. Galero;
- IT 1324818 Castell’Ermo – Peso Grande
Il sito IT 1323920 M. Galero è costituito da un massiccio sullo spartiacque ligure-piemontese, il cui versante meridionale è selvaggio e boscoso. E’ presente sul crinale occidentale una successione di cuspidi rocciose, resti di un antichissimo olistostroma, denominata “I giganti di roccia”. Sono presenti habitat e specie (Campanula sabatia) di interesse prioritario ai sensi della direttiva habitat 92/43 CEE. Ricchissimo è il contingente di specie vegetali ed animali endemiche, proprie delle Alpi liguri, per lo più accantonato in habitat rupestri. Tra questi endemismi, Helianthemum lunulatum, Cicindela maroccana pseudomaroccana, Percus villai sono stati proposti dalla Regione Liguria per l’inclusione nell’All. II, uno dei quali (Helianthemum) come specie prioritaria. Numerose sono anche le specie rare o protette da direttive/convenzioni internazionali. L’area e’, pero’, soggetta a pascolo eccessivo.
Il sito IT 1324818 Castell’Ermo – Peso Grande, invece, presenta una dorsale montuosa che separa la valle Arroscia dalla val Pennavaire; il versante settentrionale che si affaccia sulla Val Pennavaire è particolarmente scenografico essendo caratterizzato da pareti dolomitiche strapiombanti, alla base colonizzate da boschi misti mesotermofili, accostamenti che favoriscono la nidificazione di rapaci appartenenti agli anelli superiori delle catene alimentari. Il sito presenta diverse specie animali e vegetali endemiche, fra le quali Campanula sabatia (specie di interesse prioritario) ed Helianthemum lunulatum (specie proposta dalla Regione Liguria come prioritaria), Cicindela maroccana pseudomaroccana (proposta per l’inclusione nell’allegato II), relitti microtermi e orofili, specie protette da direttive/convenzioni internazionali. Sono presenti diversi habitat di interesse prioritario e grotte con fauna troglobia di grande interesse. L’area presenta pericoli di incendio sul versante meridionale.